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CON "IT'S ALL RIGHT" E' DI SCENA ANCHE LA VIDEOARTE SLOVENA

 

 

DI Franca Marri

 

TRIESTE Nell'ambito del festival Maremetraggio quest'anno va segnalata una bella e interessante novità: "It's all right", rassegna dedicata alla video arte che prende il via questa sera (inaugurazione alle 19.30), curata dal regista e artista triestino Manuel Fanni Canelles, in collaborazione con il Teatro Verdi. Sarà infatti il foyer del Teatro ad ospitare questo ulteriore e, per molti versi, imperdibile appuntamento in un allestimento costituito da una serie di monitor, dove verranno proposti in loop una decina di video di artisti sloveni (fino al 3 luglio). Scrive il curatore in catalogo: «è semplicemente una prova, un tentativo di innestare nell'ambito di un festival cinematografico tradizionale, processi visivi propri dell'arte contemporanea». Per quanto riguarda la scelta dei video si è voluto seguire un criterio sostanzialmente formale: «Mi sembrava interessante – dice Fanni Canelles - evidenziare un modo differente di utilizzare il mezzo video nell'ambito dell'indagine artistica contemporanea da parte di artisti comunque vissuti in un contesto storico e politico così diverso dal nostro, nonostante la vicinanza territoriale». Per quanto concerne invece il titolo è volutamente provocatorio, «ma al tempo stesso distensivo. In un'epoca in cui non tutto va bene ma in cui l'uomo ha bisogno di arte e di riflessione». In questo senso Vesna Bukovec con l'opera It will be ok potrebbe ben rispecchiare lo spirito della rassegna, mostrando di rincuorare un cagnolino di peluche dai grandi occhi tristi, in un'azione consapevolmente e ironicamente autoreferenziale. Di diversa suggestione e senza dubbio più struggente è Afterlife di Nataša Prosenc Stearns che racconta la storia di un mazzo di fiori nel suo lento venir meno: una nuova originale versione di un soggetto molto amato da generazioni di pittori. Nika Oblak e Primoz Novak si distinguono con la loro video installazione Box 3, laddove mettono in crisi lo spettatore i due schermi che si confrontano l'uno di fronte all'altro nell'opera Re-turn di Pila Rusjan. Špela Pavli in Cave rivela una serie di oscure miniere sotterranee nella nostra regione, mentre su apatia e senso di impotenza viene a riflettere Maša Jazbec in Establishment. Selfportrait è il titolo e insieme il progetto del video di Aleksandra Saška Gruden, mentre quale reazione ad un proprio vissuto personale nasce il video Fireplace, Axe and Banana-Peel di Mark Požlep. Un poetico invito ad aprire gli occhi viene da Ultreia di Suzana Grau e Robertina Šebjanic; un Suicidio alla rovescia, che potrebbe essere ma non è, viene descritto invece nell'opera di Zmago Lenárdic. Un ultimo lieve, seppur sofferto, sorriso ce lo strappa infine Ana Cigon con One more kick.

 

Il Piccolo > 2012 > 07 > 01

 

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