top of page

VENUS AT EDEN >>

LA PITURE TA L'EPOCHE DAL MOUSE

Domenie ai 28 di Mai, Domenica 28.05.2017 - h 11.00
 

Agriturisim Ai Colonos, Vilecjasse di Lestize
Agriturismo Ai Colonos, Villacaccia di Lestizza

Angelo BERTANI i al dialoghe cun / dialoga con
Daniele CAPRA e Sabrina ZANNIER
Presentazion dal catalic / Presentazione del catalogo
Passâ al bosc” di Manuela SEDMACH
cun video / con video di Manuel FANNI CANELLES

La presentazion dal catalic da la mostre di Manuela Sedmach e sarà l’ocasion par un dibatit culturâl cun trê esperts da l’art contemporanie sui valôrs permanents da la piture e su lis sôs contaminazions cun chei altris lengaçs visîfs dal dì di vuê.

Catalic in omaç / Catalogo in omaggio ai presenti
Un tai in companie / Brindisi conviviale

 

La presentazione del catalogo della mostra di Manuela Sedmach sarà l’occasione per un di battito culturale con tre esperti dell’arte contemporanea sui valori permanenti della pittura e sulle sue contaminazioni con gli altri linguaggi visuali contemporanei.

_________________________________________________________________________________

Immagini intimamente legate alla scrittura e parole per raccontare l’arte ed entrare nelle visioni ispirate della pittura, della scultura, della fotografia: il connubio fra arte e parola da dieci anni ha germinato un appuntamento clou nella Stagione del Centro Iniziative Culturali di Pordenone, il convegno “L’arte di scrivere d’arte” che si rinnova ad ogni settembre con nuovi protagonisti, su idea e progetto del critico Fulvio Dell’Agnese. Un evento legato al settembre di scrittura e libri che ogni anno fa di Pordenone la capitale nazionale della scrittura narrativa, attraverso la Festa del Libro con gli Autori e grazie all’entusiasmo che il pubblico cittadino dimostra per l’incontro a tu per tu con autori, artisti e scrittori. Proprio ai primi dieci anni di questa iniziativa è dedicata la nuova mostra promossa dal CICP, la 442^ allestita nelle sale della Galleria Sagittaria del Centro culturale Casa Zanussi di Pordenone. “L’arte di scrivere d’arte 2007-2017” a cura di Fulvio Dell’Agnese si aprirà sabato 20 maggio alle 17.30 con la vernice in programma nell’Auditorium Lino Zanussi, alla quale interverranno i promotori con la presidente del CICP Maria Francesca Vassallo. Resterà poi visitabile con ingresso libero, in un ideale countdown della 18^ edizione di pordenonelegge, fino a domenica 17 settembre 2017 dal martedì alla domenica, dalle 16 alle 19. Info www.centroculturapordenone.it L’iniziativa è realizzata con il sostegno della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia.
E il curatore della mostra, Fulvio Dell’Agnese, così descrive il progetto: «Con sguardo retrospettivo ai dieci anni di “Scrivere d’arte” la Galleria Sagittaria ha pensato di ospitare una mostra che riunisse tutti gli artisti che nel decennio hanno prestato una loro opera quale immagine “di copertina” dell'appuntamento, insieme a quelli che del convegno sono stati ospiti. A partire da Ivan Theimer, con la scultura che de “l’Arte di scrivere d'Arte” è divenuta stabilmente il simbolo, riconoscibile sintesi visiva del progetto: uno dei bronzi concepiti nel 1989, nell’ambito del progetto dell’artista moravo per il Monumento ai diritti dell’uomo, celebrativo dei 200 anni della Rivoluzione francese. È un bimbo la cui testolina indossa con giovanile spensieratezza un cilindro che i sedimenti grafici della Storia dovrebbero rendere altrimenti ponderoso: su quel cappello si sono stampati giorni che hanno cambiato la faccia del mondo. I segni della scrittura sono alla base anche di alcuni recenti lavori di Gianni Pasotti, mentre le parole diventano brulichio di fondo nella pittura di Brigitte Brand, e sempre la scrittura viene ricondotta a una dimensione epigrafica di rilievo da Franco Del Zotto Odorico, che adegua la resa dei caratteri alle valenze materiche della superficie. Le parole, insomma, hanno il loro peso: anche quando, tracciate con segno sottile, attraversano i lavori di Agostino Perrini. Con note e righi di spartito, insieme alle parole, lavora invece Claudio Ambrosini, oggi celebre come compositore e negli anni Settanta fra i pionieri della video arte in Italia. Dalle profondità del tempo sembrano riemergere i grafemi arcani di Lettere dalla terra di Roberto Kusterle mentre uno sguardo profondamente sensibile alla storia dell’arte è e quello di Gian Carlo Venuto, che ben conosce i termini della sperimentazione anticlassica rinascimentale e nei suoi Paesaggi italiani indaga scenari ancora più antichi. Nelle stampe del ciclo Elegie duinesi il tratto e il c
hiaroscuro individuano la sua mano, ma il dettato poetico di Rilke viene carezzato al punto da farlo divenire, nel testo originale, trama dell’invenzione visiva. In questi dieci anni è ancora sfilata la rilettura filmica operata da Manuel Fanni Canelles di alcuni capolavori della storia dell’arte e Franco Piavoli, regista fra i più ispirati e radicalmente indipendenti degli ultimi decenni, in Affettuosa presenza ha ripercorso attraverso il cinema il carteggio fra un poeta e uno storico dell’arte:Umberto Bellintani e Alessandro Parronchi. Parla di precarietà il trespolo disegnato da Edi Carrer, su cui il poeta impugna la penna d’oca – anzi, di corvo – con il piglio di chi ha deciso di comprendere una volta per tutte le ragioni del suo stare in bilico lassù. Per Nicoletta Salomon (filologa classica) la pittura è parte integrante di un modo non settoriale di rapportarsi alla sfera artistica e per Marcello Ghilardi (autore di preziosi saggi di estetica) è levità che muove la pittura, come “trasparenza offuscata da fantasmi di nuvolaglie”. Insomma: artisti, critici; scrittori, registi… Cosa cambia, calarsi in un ruolo o nell’altro? “Certe volte l’essere umano dedica l’intera esistenza a un obiettivo della cui realizzazione non può essere certo. Chi ride di una simile follia, in fondo, non è più di uno spettatore sul ciglio della strada della vita”».

_________________________________________________________________________________

Manuela Sedmach / Preparando il bosco
A film by Manuel Fanni Canelles

domenica 05 marzo 2017, h 17:00
Passâ al bosc / passando al bosco

inaugurazione della mostra di Manuela Sedmach
video di Manuel Fanni Canelles
testi in mostra di Fabiano Giovagnoni

A cura di Angelo Bertani
Performance musicale di Andrea Pandolfo (tromba)

Ai Colonos
Villacaccia di Lestizza (Udine) Friuli

Proposed about two synchronised protections, this short tells, avoiding any romantic or sentimental temptation, the creative gesture of the artist Manuela Sedmach.
The documentary film seems to suggest that the preparation of a work of art and the strain of the artistic gesture do not manage to be unlaced at the domestic time, also he scanned by gestures and preparations.
The poetics expands, with an almost holistic process, from the canvas to the environments in which the life is lived. Also a look becomes a repeated gesture. Each instant becomes poetic.
Where there is no poetry, it misses the horizon.
__

Proposto su due schermi sincronizzati, questo doc short racconta, senza appoggi romantici, il gesto creativo dell'artista Manuela Sedmach.
Il documentario sembra suggerire che la preparazione di un lavoro e la fatica del gesto artistico non riescono ad essere slacciati dal tempo domestico, anch'esso scandito da gesti, velature e preparazioni.
La poetica si espande, con un processo quasi olistico, dalla tela agli ambienti in cui la vita viene abitata. Anche uno sguardo diventa gesto ripetuto. Ogni istante diventa poetico.
Dove non c'è poesia, manca l'orizzonte.

CREDITS
Conceived and realised by: Manuel Fanni Canelles
Text by: Fabiano Giovagnoni
Thanksgiving: Manuela Sedmach

__________________________________________________________________________________

Mind the Gap 

Trieste,, spazio5
23 maggio 2015,

a cura di Giulio Polita

"...read a text is never an erudite exercise in search of meaning, even less an highly textual exercise in search of a signifer, but a productive use of the machine, an assembly of desiring, a schizoid exercise that let the text free from its revolutionary power ... " Even a simple scale -every scala is a text, patiently written on a rule and referred to an archetypal gesture: climb, scalar, reach: connects two floors, implicitly setting them in a hierarchical relationship, but in its temporariness can subvert a order, betraying the expectations, redefine the functions of the diparture place and place of arrival. With its shaky balance between spectacle and revolution it makes available to those who take on themselves the risk of interpretive game. Nothing new, just a side note with the text-urban, in the omnipresent public space. It's dangerous to lean out.

…leggere un testo non è mai un esercizio erudito alla ricerca dei significati, ancor meno un esercizio altamente testuale in ricerca di un significante, ma un uso produttivo della macchina, un montaggio di macchine desideranti, un esercizio schizoide che libera del testo la sua potenza rivoluzionaria…” così ripete l’Anti-Edipo a quasi mezzo secolo dalla sua epifania nella città borghese, ignaro o indifferente allo spossessamento delle pulsioni, all’estendersi e all’accanirsi dei protocolli performativi: la lettura -azione, performance, Leistung- rientra così suo malgrado nell’ordine virtuoso del circuito spettacolare, cui mette a disposizione la propria energia. 

Eppure, persino sotto assedio, il testo conserva inalterata la propria capacità di compiere un lavoro, anche al di fuori di ogni produzione semantica-semiotica, a patto di non voler riscattare la propria ipoteca sull’effetto.

Anche una scala -ogni semplice scala- è un testo, pazientemente scritto su una norma e riferito ad un gesto archetipico: salire, scalare, raggiungere: mette in comunicazione due piani, ponendoli implicitamente in una relazione gerarchica, ma nella sua temporaneità può sovvertire un ordine, tradire le aspettative, ridefinire le funzioni del luogo di partenza e del luogo d’arrivo.

Con il suo vacillante equilibrio tra spettacolo e rivoluzione essa si mette a disposizione di chi si assuma personalmente il rischio del gioco interpretativo.Nulla di nuovo, solo una nota a margine del con-testo urbano, nell’onnipresente spazio pubblico. 

è pericoloso sporgersi.             

 

Giulio Polita 

_________________________________________________________________________________

Video Remakes

Venice (I), Fabbrica del Vedere
talk, 25 February 2015, 6.30 pm

a cura di Daniele Capra 

La Fabbrica del Vedere è lieta di ospitare Manuel Fanni Canelles, in dialogo con Daniele Capra, secondo appuntamento del 2015 di Video Remakes. L’artista si confronterà sulla propria produzione video con il curatore sui temi della propria ricerca, sulla poetica che è sottesa ai propri lavori, ma anche sullo stile adottato e sulle modalità di montaggio che condizionano la struttura narrativa e l’impianto visivo.Video Remakes è un format di incontro – messo a punto dallo storico del cinema Carlo Montanaro –basato sul confronto tra la produzione video di giovani autori emersi negli ultimi anni ed autori storicizzati o del cinema d’avanguardia alla ricerca di antecedenti storici e fonti di ispirazione. Opere lontane nel tempo e che nascono da finalità espressive differenti presentano infatti, sorprendentemente, affinità e vicinanze visive e concettuali inattese.I video di Manuel Fanni Canelles nascono da un interesse verso il corpo ed il suo linguaggio fatto di mutazioni minimali, ma di particolare significatività. Frequentemente egli muove da quell’enorme bagaglio visivo che sono le opere di pittura dei maestri del passato, che sono usate come contesto visivo (e ideologico) per la realizzazione dei tableaux vivants che contengono la plastica ieraticità delle sacre rappresentazioni. Per la serata di Video Remakes opere come Tree of Knowledge, The Knowledge, saranno messe a confronto con opere di Lech Majewski, Lucien Nonguet e Ferdinand Zecca.La Fabbrica del Vedere è un nuovo spazio in cui si analizzano le immagini da quando è possibile riprodurle e si approfondiscono i temi dell’immagine in movimento, dal cinema sperimentale al video d’artista. È un luogo di studio e di visioni, in cui si discutono le idee del presente e si possono mettere alla prova sistemi di riproduzione antichi. Situata nel cuore di Venezia, La Fabbrica del Vedere è costituita da un luogo d’incontri, esposizioni e workshop, e – al piano superiore – da videoteca, biblioteca e deposito dei materiali. La Fabbrica del Vedere è l’elemento portante dell’Associazione Culturale Archivio Carlo Montanaro.Manuel Fanni Canelles (Trieste, 1976) è attivo come artista e regista.Suoi video sono stati esposti al MMSU di Rijeka (HR), a Parco2 di Pordenone, alla Galleria Spazzapan di Gradisca d’Isonzo, al Musée de Louvre di Parigi (F), al Salone degli Incanti di Trieste, alla Stazione Rogers di Trieste, allo SPAC Villa di Toppo Florio di Buttrio, al Museo Revoltella di Trieste, al Mittelfest di Cividale del Friuli, al Technologie Zentrum di Eisenstadt (A), alla Obalne Galerjie di Piran (SLO), alla Biennale Diffusa FVG della 54 Biennale di Venezia presso il Magazzino 26 di Trieste.

 

Video Remakes. Dialoghi di VideoArteManuel Fanni Canellesin dialogo con Daniele Capramercoledì 25 febbraio 18.30La Fabbrica del VedereCalle del FornoCannaregio 385730121 www.fabbricadelvedere.itinfo@fabbricadelvedere.itt">Veneziawww.fabbricadelvedere.itinfo@fabbricadelvedere.itt. +39.041.5231556

__________________________________________________________________________________

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nati da un’esperienza di laboratorio tenutasi nella Galleria Spazzapan nel 2012, i video propongono la rilettura di tre nature morte di Luigi Spazzapan, nell’ottica di una ricerca video intesa come via d’accesso privilegiata nell’indagine sull’opera d’arte.
Memento mori e vanitas, le nature morte, già riprese come fermo immagine da Spazzapan, sono divenute oggetto e pretesto di nuove riflessioni che, nate da un lavoro collettivo guidato dalla regia e dal concept di Manuel Fanni Canelles, si sono sviluppate nella “decostruzione” degli elementi narrativi del dipinto e nella “ricostruzione” dello stesso sul set con la predisposizione delle luci di scena per creare la giusta prospettiva e tradurre i dipinti di Spazzapan in linguaggio cinematografico.

Decostruzioni, costruzioni, sovrapposizioni si sono intrecciati in una ricerca che, accumulando echi, riflessi, significati sommersi, vuoti e silenzi, è stata registrata dallo sguardo della telecamera e restituita come una nuova presenza tra cancellazione e riaffermazione.
Nel trittico il linguaggio della videoarte stabilisce un confronto con la pittura di Spazzapan contaminando e modellando con il proprio significato i temi e le ricerche del pittore: una riflessione, rivitalizzazione e drammatizzazione del genere antico della natura morta che restituisce ai movimenti lenti dell’immagine il potere evocativo del simbolo.

Manuel Fanni Canelles ha unito alla documentazione laboratoriale le finzioni proprie del linguaggio video. Sono manipolazioni introdotte in fase di post-produzione che sovrappongono tra loro segmenti temporali diversi: le contraffazioni sono svelate in modo esplicito e, intersecandosi alle riprese originali, si propongono come riflessione sulle immagini in movimento inducendo il fruitore ad assistere sempre a doppie storie. 

_________________________________________________________________________________

GALLERIA REGIONALE D’ARTE CONTEMPORANEA LUIGI SPAZZAPAN

LE NATURE MORTE DI LUIGI SPAZZAPAN
TRITTICO VIDEO A CURA DI MANUEL FANNI CANELLES

 

Mercoledì 26 novembre 2014, ore 18 

PDF (IT, HR) >>   

bottom of page